La notizia circola ormai da una settimana abbondante, il Comitato Olimpico Internazionale, CIO per gli amici, si apre agli esports. I videogames sportivi quindi possono essere considerati sport veri e propri.
In realtà, leggendo bene il comunicato in originale si scopre che non è proprio così. Come naturale che sia, i media hanno edulcorato non poco la notizia, ingigantendo la questione molto più di quanto non sia in realtà.
In buona sostanza il CIO intende portare alle prossime olimpiadi invernali di PyeongChang del 2018 un’esperienza di gioco con il famoso titolo “StarCraft II” della Blizard Entertainment. A contorno di ciò, aggiunge anche un’esibizione con “Steep – Road to the Olympics” di Ubisoft, videogame ufficiale dei giochi olimpici in questione. Trattandosi di competizioni parallele, è forte il dubbio che i vincitori ricevano una medaglia d’oro, ma è chiara la strada che il CIO intende percorrere a lungo termine, dando visibilità agli esports. Ma è chiaro il fatto che ancora è presto per parlare di esports olimpici.
Ora, trattandosi di un progetto che vive ancora una fase molto embrionale, non possiamo fare altro che tentare un semplice esercizio di immaginazione. Provando ad ipotizzare come il nostro amato simracing possa incastrarsi in questo contesto. La domanda cardine che tutti ci poniamo è una sola, sia per noi del settore, sia per chi organizzerebbe l’evento:
Con quale titolo si dovrebbe correre?
Se a rispondere dovesse essere la community di simdriver, è chiaro che ci sarebbe piena unanimità a favore di un simulatore (non ci dilungheremo su quale simulatore, restiamo sul generico). Questa però è la risposta fatta da noi piloti virtuali, che siamo dentro il settore e ne conosciamo ogni peculiarità. Peccato però che non sceglieremo noi. Per capirlo basta leggere il comunicato del CIO. Portano alle prossime olimpiadi uno dei videogames più famoso e venduto di sempre, e come contorno, tanto per non uscire troppo fuori dal seminato, sarà affiancato dall’unico videogame ufficiale che detiene i diritti delle olimpiadi invernali.
Immaginiamo che ciò accada nel simracing e proviamo ad utilizzare lo stesso termine di riferimento usato dal CIO, ciòè i titoli che hanno venduto di più, quelli che di sicuro attireranno le masse. Ahimè, ci troveremo ad assistere durante i giochi a vere e proprie lotte olimpiche a colpi di Need for Speed ed F1 2017.
Perchè guardiamo in faccia la realtà. A parte il fatto che chi sceglie di certo non è addentrato nel settore come noi simdrivers che conosciamo vita morte e miracoli di ogni titolo, ma di certo la scelta è dettata anche dall’ingresso in campo delle varie partnership, sponsorizzazioni e accordi che il CIO farà preventivamente. Aggiungiamo il fatto che i simulatori veri fanno parte di una nicchia di mercato che prende sonore bastonate se paragonata alle vendite dei videogames.
Siamo quindi ancora lontani dal giorno in cui potremmo assistere (o magari perchè no? essere protagonisti) ad eventi sul simulatore in stile E-Race di Las Vegas o Word’s Fastest Gamer, ed assistere alla premiazione dei simdriver più veloci del mondo con una bella medaglia olimpica. Ah, non dimentichiamoci di un altro punto fondamentale. Le Olimpiadi non sono eventi a cui partecipano professionisti, scordiamoci quindi di vedere i nomi più blasonati. Non vedremo mai un Greger Huttu o un Bono Huis partecipare alle olimpiadi. Se ci atteniamo infatti al regolamento olimpico, non sarebbe concessa la partecipazione a chi svolge professionalmente questa attività, o se ha ricevuto premi in denaro o riconoscimenti vari svolgendola. Una vera e propria beffa per il nostro palato fine, ma questo è il regolamento e lo spirito olimpico.
Per concludere, una piccola considerazione ironica. Paradossalmente, tra tutti i gamers, i simdrivers alla fine sono gli unici che giocano usando tutto il corpo. Smanettando tra volante e pedaliera, chi di noi non ha mai terminato una lunga ed intensa gara zuppo di sudore? Alla faccia degli sforzi di chi parteciperà (anche se non direttamente) alle olimpiadi muovendo solo i pollici. 🙂