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Postazioni di guida F1: simulazione o performance?


a cura di Piertaylor

Uno dei desideri degli appassionati di Formula1 è senza dubbio quello di disporre di hardware che possa riprodurre il più fedelmente possibile una vera monoposto: volante multifunzione, seduta, comandi, chassis, base FFB (magari Direct Drive) e chi più ne ha, più ne metta.
Oggigiorno esistono innumerevoli produttori di sedili e postazioni di guida, sia per auto stradaliruote coperte che per monopostoruote scoperte, dai 300 ai 5000 € ed oltre.

La prima domanda (e non solo la prima) che mi attanaglia allora è: ne vale la pena? Sarò più performante? Riuscirò ad emulare i miei beniamini al meglio e ad essere più veloce dei miei avversari virtuali? Si tratta solo di pura simulazione o anche di competizione?

Or bene. La mia forte passione per la simulazione della F1 (o se preferite, quella di hardware modder) ha portato a cimentarmi qualche anno fa nel primo modding dell’add-on F1 Thrustmaster, la corona replica della Ferrari F150 Italia della stagione F1 2011. Vi ho montato pulsanti knitter, encoder, rotary switch, frizioni e display degni di una vera monoposto di Formula1 con un risultato eccezionale, anche in termini di simulazione software relativamente al display multifunzione (nel mio caso il SimraceF1 prodotto da SimDisplay). Costo dell’operazione: quasi 1000€. Subito dopo ho iniziato a creare la sedutachassis senza affidarmi alle costosissime postazioni acquistabili in rete. Partendo da una postazione di guida del valore di circa 300€, sono riuscito a ricreare una seduta da Formula1, rispettando le dimensioni e la posizione di guida dei miei beniamini.

Dopo le prime prove in pista, ho subito constatato che la faccenda stava diventando molto difficile. Dal punto di vista della simulazione pura, pensavo (e penso tutt’ora) che il risultato fosse soddisfacente al massimo. Di contro, ho notato che la prestazione in pista era diventata molto ma molto più difficile da raggiungere. Perché?
Non mi ci è voluto molto a capirlo, e di questo mio pensiero voglio rendervi partecipi.
Il pilota virtuale generico medio dispone di un pacchetto volante – base FFB di livello medio o mediobasso (Logitech G27, Thrustmaster Txxx, solo per citarne alcuni); egli non dispone solitamente di un sedile di F1, né tanto meno di un display multifunzione, ma ciò basta e avanza per essere competitivo in pista (almeno per la maggior parte dei simdrivers).  Questo perché la gran parte di noi piloti virtuali è solita servirsi di una normale sedia da cucina posta davanti ad una scrivania, di un monitor 24” posto a 40 cm dai nostri occhi e di una periferica ForceFeedBack posta in posizione abbastanza confortevole, ergonomica ed accessibile.

Le differenze sensibili che ho riscontrato tra i due modi di “guidare” una monoposto di F1 (e non solo) riguardano proprio la posizione di guida, piuttosto che l’hardware in sé:
premere freno ed acceleratore stando belli seduti su una sedia, poter poggiare il tallone al suolo e servirsi della sensibilità della punta dei piedi, è cosa abbastanza facile per i più, soprattutto quando la forza di gravità fa il resto;
premere freno ed acceleratore stando comodamente seduti (o meglio sdraiati) su un sedile di F1, con le gambe semi-tese ancorché sostenute dallo chassis, i piedi all’altezza degli occhi, con la tensione muscolare perenne dovuta alla posizione del corpo quasi del tutto orizzontale e con la forza di gravità che appesantisce le gambe già tese (compromettendo di fatto la sensibilità e la concentrazione), è tutt’altro che semplice;
guidare attraverso un monitor 24” posto a 40 cm dagli occhi consente al simdriver di tuffarsi nella simulazione in maniera naturale, proprio come se stesse giocando a Call of Duty;
guidare attraverso un monitor 55”, occhiali 3D, occhiali VR, magari un triple screen o un bel telo curvo con video proiettori (il tutto ad un metro e più dai nostri occhi per via degli ingombri dello chassis) aumenta l’immersione nel gioco, la percezione del visibile, la profondità e l’ampiezza dell’immagine ma diminuisce la sensazione di immediatezza della guida ed il controllo generale del mezzo.

Dove voglio arrivare?

Da nessuna parte. Forse, però, la mia esperienza potrebbe essere utile ai neofiti dell’eSport, e del SimRacing in generale, ad approcciare questo fantastico mondo (hardware) col “piede” giusto. A chi intende spendere del denaro per la propria postazione di guida simulativa, direi quindi:
1) se vuoi simulare la F1 (e non solo) in tutti i suoi aspetti e non punti ad essere per forza il più veloce dei simdrivers, allora puoi spendere tutto il denaro a tua disposizione nell’hardware più costoso e più fedele possibile alla realtà;
2) se vuoi semplicemente “giocarti la dignità” in pista, senza preoccuparti di farlo nel modo più verosimile possibile, allora puoi comprare un G29 o un T300 e montarlo sulla tua scrivania lasciando i pedali appoggiati al battiscopa. Solo così non avrai rivali in pista, sempre che il tuo talento sia più grande della tua fortuna!